Viaggiavo lento sull'autostrada. Una novità, per me.
Mi gustavo il panorama: verdi monti davanti, cielo azzurro condito da qualche nuvola a completare il menù visivo che splendido si stagliava innanzi a me.
Guardavo ammirato l'opera della natura che come su di uno schermo in hd mi scorreva davanti: meraviglioso.
L'autostrada era dritta: tre corsie praticamente libere mi portavano a goder serenamente del panorama. Una piazzola sulla destra attirò la mia attenzione: potevo finalmente fermarmi al sicuro per fotografare con lo smartphone tutto quello che la vita mi stava generosamente donando.
Rallentai ulteriormente, dunque, col fine di fermarmi: c'era un'altra macchina che probabilmente aveva avuto il mio stesso pensiero. Ero vicino, ormai. Un'Alfa 159.
La poesia della sosta era però stata scritta con altri versi: l'autista stava al fianco della macchina tutto intento ad espletare fisiologici bisogni soggettivi.
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