Un momento di riflessione mi porta a parlare della mia vita per metafore ed associare oggetti o pensieri a situazioni vissute.
La mia vita?
È come un cassetto di una credenza.
All'inizio metti dentro tutte le cose e le ordini per bene.
Lo chiudi e sei sicuro di quello che hai fatto.
Poi lo stato delle cose non è come pensavi e lo apri.
Ti accorgi così che dentro c'è un disordine indescrivibile.
Come se qualcuno, che non sei tu, ci avesse messo le mani.
Ma l'unico che lo ha fatto sei proprio tu.
Inconsapevolmente forse, ma lo hai fatto.
Tu, solo tu, hai pasticciato li dentro.
E quando vuoi capire cosa si nasconde, scopri oggetti che non ti sei mai
accorto di avere avuto.
Piccoli ricordi che ti ritornano indietro come boomerang.
Tasselli spaiati di puzzle, di cui non sai la provenienza, connessi a situazioni passate che avresti
dovuto chiudere e forse qualcuno sta ancora aspettando che tu lo faccia.
Bastava inserirli quei tasselli.
Matite con la punta spezzata e biro che non scrivono più, con
le quali avresti dovuto far sapere qualcosa a qualcuno.
Bastava cambiar penna.
Fantasmi del passato combattono contro gladiatori del futuro
mentre gli spettri del presente stanno a guardare.
Bastava spazzare via tutte le paure in un colpo solo.
Vecchie foto sbiadite con persone senza un volto, di cui ti sarai dimenticato,
ed il tempo ne ha cancellato i connotati.
Bastava ricordarsi di loro.
Calendari senza date dove ti sarai perso cercando qualcosa che non troverai mai.
Bastava capire che quello che ti sfuggiva era il tempo.
Elastici rotti perché non son riusciti a trattenere tutti i pensieri belli.
Bastava non usare elastici ma corde.
Questo è il mio cassetto.
Ora ho visto cosa c'è all'interno.
Inutile mettere in ordine.
Richiudo il cassetto e una folata di vento cancella tutte le visioni.
Il passato è passato e ricomincio a vivere da adesso.