Aveva studiato e si era preparato molto per quel lavoro. A casa passasse intere ore a esercitarsi e a provare. Fece un sacco di verifiche, si cimentò in tutto e in tutti modi. Provò anche il metodo Stanislavskij per impersonarsi meglio con la più puntigliosa delle principesse. Il giorno del colloquio comunque non si sentiva sicuro di se, pensava che avrebbe potuto impegnarsi di più, gli tornarono in mente alcune cose che forse avrebbe dovuta ripassare, ma aveva la sua trapunta e di quella era sicuro. Gli era stata donata da Elisa che fino a quel momento gli era stata vicino. Ma ora era solo lui contro il suo datore di lavoro e doveva combattere e dimostrare chi fosse. Tutta la sua vita era concentrata su quel momento. Una parola sbagliata. Una risposta non data e avrebbe chiuso. Avrebbe dovuto ricominciare da capo. Quanti sacrifici aveva fatto per procurarsi un colloquio. "C'è crisi non possiamo permettercelo" era di solito la risposta, o , "non ci interessa mi spiace". Aveva provato a smuoverli con grafici, dati alla mano, gli aveva spiegato che un esperto del settore, qualificato ,anche se con poca esperienza, avrebbe aumentato le vendite. Niente, non riusciva mai a convincerli. Un suo amico però gli aveva indicato questo posto che assumeva, uno dei pochi rimasti. Si trovava molto lontano da dove abitava, ma che saranno mai due ore di treno. Sono solo un costo, ma non gli interessavano i soldi.
"Si sta così bene su questo treno". Era lunedì, svegliatosi alle 5 del mattino era già pronto alle 5 e 20 in stazione. Una scarica di adrenalina mai sentita prima. Eccolo li un'ora in anticipo al freddo ad aspettare. Non era da lui fare una cosa del genere. Pigro com'era nessuno si sarebbe aspettato una tale caparbietà da lui. Gli piaceva averli sorpresi tutti, non avevano puntato nulla su di lui e ne usciva vincitore. Lì aveva sentiti spesso parlottare e dicevano che presto si sarebbe stancato e avrebbe mollato come faceva per tutto.
Ecco che arrivava il proprietario. Al primo incontro non era stato così amichevole. Si era presentato e lui l'aveva guardato torvo. Si sentiva esplorare in ogni dove da quei due occhi neri che lo fissavano impertinenti. La superiorità della sua posizione glielo permetteva. Iniziò subito con domande tecniche, fatte in modo brusco. Sembrava non ascoltare nemmeno le risposte date per attaccare subito con una nuova domanda. Lui pertanto rispondeva bene, cercando di scandire ogni sua frase e di essere il più completo possibile. Poi fecero una prova, usò la sua trapunta. Il datore sembrò molto soddisfatto, forse ce l'aveva fatta. Ora era li, con il lavoro dei suoi sogni. Testare i materassi, spiegare come migliorarli e far vedere ai clienti come si dorme, con dimostrazioni pratiche. Tutta la fatica fatta per arrivare a questo punto svanì .
"Che spavento!"Si risvegliò all'improvviso. Era visibilmente affaticato. Non aveva dormito affatto bene. Che incubo aveva fatto, tremava tutto dallo spavento. Non si era mai affaticato così tanto. "Cosa avrò mangiato ieri sera, o visto alla televisione per fare tale lavoro di immaginazione. Degli amici, un lavoro, siamo pazzi. Quanto stress, quanti obblighi, quanta fretta. Lunghe e intense sessioni di studio, colloqui per cui prepararsi, viaggi in treno e di due ore! Per fortuna era solo un sogno. Ora tutto è passato." Si, era ancora nel suo monolocale dove aveva tutte le sue necessità a portata di mano. Frigo, televisione e letto. Solo il bagno era ancora troppo distante, ma ci stava lavorando, presto tutto sarebbe stato nel raggio di tre passi, quale felicità. Torno al suo lavoro, il dormire, unica possibilità per un pigro di avere un sogno e realizzarlo.
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