LA MAGICA TROMBETTA
FAVOLA
La fiera settimanale che si tiene vicino casa mia e sempre piena
di novità e colori ,vedere a spasso un no...
LA MAGICA TROMBETTA
FAVOLA
La fiera settimanale che si tiene vicino casa mia e sempre piena
di novità e colori ,vedere a spasso un nonno felice a passeggio
con il suo caro nipotino , un cielo carico di sogni alati che s’infrangono
su i vetri colorati della chiesa silenziosa in fondo alla strada ,infonde
nell’animo profonde emozioni.
Mille voci che echeggiano dai lunghi vicoli marini
linguaggi diversi di terre lontane carichi di suoni , onomatopee che sanno
di sale, di sole, di sangue. La fiera attrae casalinghe caste come befane
in cerca di risparmio . Tra verdure agli e peperoni ,calamari e gamberetti tonde sode e beate dai grandi seni ancora gonfi di latte materno ,le massaie s’aggirano incontrando vecchie amiche, civettano o parlando male come
solito loro fare dell’ afflitto scanzonato vicino di casa.
Passano ore a chiacchierare inutilmente per strada.
Carretti colorati con attaccati asini stanchi dai denti d’oro zecchino.
Povero ciuco malato e bastonato .
Fatine e streghine maghetti dò malaugurio
sciò sciò ciucciuettola aglio e travaglio scaccia
lo spirito malvagio da questa casa timorata.
Và gridando la zingara menando incenso in ogni loco .
Raccontando inoltre ad ogni persona che incontra per pochi spiccioli
storie e leggende volgari d’altri tempi.
Domenica giorno di festa tutta la famiglia e riunita attorno al tavolo
ò chiù piccirillo grida io tengo fame.
Sulla tavola apparecchiata compare una pentola fumante
chiena chiena di fagioli.
Luna novella dalle trecce bionde dagli occhi verdi come il mare.
Barchetta felice che và per il mare sull’onde allegre
verso solitarie isole incantate narra degli amori della musa
dell’isola incantata. Canta le gesta del povero marinaio .
Seduto a prua un povero pescatore padre di sei figli .
Quel giorno gettò l’amo recitando una breve intensa supplica alla divina misericordia, piccola preghiera d’aiuto , dopo un po’ sentì tirare
cosi forte la rete che fece fatica a issarla su ,
guardo lesto dentro, prigioniero vi trovò con sua somma meraviglia
un grosso pesce parlante.
Intrappolato nella rete quest’ultimo incominciò a implorarlo :
Lasciami andare ò pescatore te ne prego ho una famiglia
molto numerosa d’accudire , un piccolo pesce che non sta molto
bene e ha bisogno di tante cure . Se mi lasci andare ti svelo un grande segreto , un… meraviglioso tesoro nascosto in fondo al mare.
Il pescatore dai grandi baffi neri con un sorriso ironico
con tra le mani la rete e il pescato lo guardò incantato e rispose:
Tu mi prendi in giro mi vorresti fare fesso , io ti lascio andare e tu cosi fuggi via addio così per sempre a una succulenta cenetta .
Anch’io so padre di sei creature affamate e mal vestite.
No piscione mio se vuoi ritornare ad essere libero , accompagnami
là dove sta ò tesoro e io ti lascio libero, dopo aver visto
con i miei occhi che quello che dici è vero, ti ridarò la tua libertà.
Và bene, rema con forza verso quell’insenatura poi tuffati con me in fondo al mare e vedrai con gli occhi tuoi se io ti ho mentito o meno.
Andiamo cosa aspetti?
Rema con foga e vigore mai stanco è il pescatore .
Rema sull’azzurro mare mentre Nettuno si diverte a far
dello sci nautico con un gruppo di delfini.
Più in là sirene e marinai fanno festa, ballando e suonando
per consumare a tarda notte sulla riva d’una spiaggia un amore
salino frutto d’una avventura marina .
Naviga e và la bella barchetta sull’azzurro mare per giungere
al fine là dove c’è un ampia insenatura.
Pensoso si ferma ad ammirare il fondo del mare il pescatore .
Tuffati dai gli dice il pesce .
Siamo sicuri che lì in fondo troverò il tesoro promesso? .
Alzando la pinna il pesce dice : lo giurò hai la mia parola.
Il pescatore si grattò il capo e tentennando a tuffarsi disse:
Sai ho tanta poca fiducia dei miei simili , pensa un po’ d’un pesce .
Và bene, ma a te voglio crederti allora io mi tuffo ?
Tuffati non perdere tempo seguimi io ti guiderò là dove c’è il tesoro.
Giù un bel tuffo in fondo al mare così aggrappato alla coda
del pesce scende giù sempre più giù nel blù dipinto di blù .
Guarda di là , guarda di qua .
Poi ad un tratto vede una luce intensa un bagliore un luccichio .
Il tesoro … strabuzzando gli occhi pensa il pescatore.
Pietre preziose diamanti e zaffiri smeraldi e rubini ,corone tempestaste
di gemme preziose tra tante ricchezze raccoglie
dal fondo del mare perfino una trombetta d’oro cesellata con cura
con un viso assai brutto sul corpo della cornetta.
Il pescatore abbraccia , bacia e ringrazia il pesce
che ha mantenuto la sua parola .
Una volta in superficie lo lascia andare libero dove gli pare.
Lo saluta stringendogli la pinna.
Addio amico pesce e fatti vedere quando vuoi verso la costa
dove io son solito pescare ,tira forte tre volte la mia rete
ed io capirò che sei tu .
Ti darò da mangiare ciò che desideri e grazie di nuovo tante grazie .
Ti saluto pescatore e fai opere buone con tanta ricchezza.
Addio .
Addio. In barca remando allegramente con il sacco colmo
d’ oro e pietre preziose s’avvia cantando verso terra .
Giunto a riva ammira il tesoro e non può credere ai suoi occhi .
Corre a casa felice come non mai a portare la lieta notizia
a sua moglie. Elena vieni a vedere che fortuna grazie a un magico pesce ho trovato un tesoro sepolto in fondo al mare , guarda quante ricchezze.
La gioia e tanta che i due si mettono a cantare e a ballare .
Lasciando udire il loro entusiasmo perfino giù in strada.
I vicini s’affacciano stupiti. So asciuto pazze?
Ma chiè c’allucca e fa rumore a quest’ora ?
Sono i coniugi Brambilla .
Avranno qualcosa importante dà festeggià.
Madonna mia cà dormono tutti fanno scetà e creature .
Se non la smettono io chiamo la polizia.
Mariaa entra dentro, fatti gli affari tuoi.
Uhee non gridare adesso rientro.
Qualche giorno, mi farai perdere seriamente la pazienza
possibile ti devi sempre interessà degli affari degli altri.
I festeggiamenti in casa Brambilla durarono così tutta la notte.
Il mattino seguente quando il sole facendo capolino dietro
il grande monte tingendo l’aria di rosa .
Il pescatore ammira e rimira il tesoro trovato, non crede ancora
ai suoi occhi. Dal mucchio di pietre preziose tira fuori
la trombetta d’oro.
La guarda, la scruta e prova il timore di suonarla.
Pensa che vedendola ci potrebbe quadagnà un sacco di quattrini.
La moglie vedendolo perplesso gli dice : soffiagli dentro fammi sentire
Il suo suono .
Ora ci provo . Come vi appoggia le labbra un sibilo stridulo
risuonante in ogni dove si sente nell’aria ferendola.
Un gran polverone appare all’improvviso i due tossiscono
poi ad un tratto in mezzo al fumo vedono comparire
una strano buffo vecchietto con una lunga lunga barba bianca.
Assai basso con un colorato turbante in testa.
Tu chi sei grida il pescatore?
Sei venuto forse a rubà il mio tesoro?
No stai calmo io sono Mustafà lo spirito della trombetta.
Mustafà!!! Si signore
Tu mi hai chiamato ed io sono apparso per esaudire
così tre tuoi desideri . Comanda e verrai soddisfatto.
Uhhe Elena ma tu hai sentito chisto è nu genio.
E sé fosse un imbroglione replica la moglie un tantino
impaurita da quella apparizione.
Sei forse tu un mariuolo venuto a rubà il mio tesoro ?
gli dice il pescatore con un bastone tra le mani
O peggio una spia dell’agente delle tasse.?
Gli replica il pescatore. Confessa .
No padrone io sono Mustafà lo spirito millenario della trombetta appartenuta anticamente a un potente mago indiano.
Rubata insieme al tesoro dal regno delle favole dai corsari
e finito in fondo al mare a causa di una tempesta scatenata
dai maghi che fecero colare a picco la nave dei pirati.
Ma tu dici ò veramente? Puoi esaudire tre miei desideri.
Si signore comanda e vedrai .
Va bene allora voglio una grande bella casa con piscina e garage
con tanti camerieri che mi servono come un Re.
Se è questo che vuoi padrone eccoti subito accontentato.
In un battibaleno per incanto appare una reggia principesca
con tanti servitori.
La moglie entusiasta del prodigio grida anch’io voglio esprimere un mio desiderio . Se tu vuoi padrone tua moglie sarà accontentata.
Và bene accontentala.
Io voglio tante belle pellicce, un sacco pieno di collane d’oro
con diamanti zaffiri e rubini . No una ma due tre, mille collane.
Vestiti di seta ricamati d’oro voglio che tu mi faccia diventare
così bella che la gente deve rimanere con la lingua di fuori
solo al vedermi.
Se è questo che vuoi padrona ecco esaudito il tuo secondo desiderio.
Adesso ricordate avete solo un altro desiderio .
Pensateci bene riflettete perché io dopo di ciò ritorno
ad essere un uomo libero.
Elena ma tu te l’aspettavi una fortuna accussì grande.
Siamo ricchi , miliardari mo teniamo tanti soldi .
Tiè tiè la sfortuna se ne andata via per sempre.
Tutto un tratto si sente una vocina : Mamma papà dove siete?
Uhee Carletto nostro vieni vieni tra le mie braccia.
Mustafà questo e Carletto nostro figlio.
Saluta bello e papà .
Ciao Mustafà.
Ciao vorresti tu esprimere l’ultimo desiderio piccino?
Buona idea facciamolo esprimere a lui l’ultimo desiderio.
Dice il pescatore contento.
Concentrati Carletto pensa bene , di una bella cosa,
qualcosa che hai sempre desiderato.
Veramente papà?
Si Carletto esprimi un tuo desiderio.
Và bene ,per farvi contenti.
Io voglio …io voglio che mamma e papà diventano piccoli
piccoli ed io grande grande No Carletto questo no.
L’ultimo desiderio e stato esaudito . Addio .
Mannaggia a morte… Carletto che hai combinato ?
Mamma, Papà come siete piccoli.
Elena soffia nella trombetta ricomparisse di nuovo Mustafà .
Niente non c’è nulla da fare ed ora per quanto tempo rimarremo così ?
Gli darei una gran sculacciata a questo birbantello
replica la mamma visibilmente irritata.
Tutta colpa tua sei il solito cretino mò come ne usciamo
da questa situazione ?
Ti darei una cosa in testa.
Come io ti porto a casa un tesoro inestimabile
e tu mi vorresti pure picchiare .
Carletto lascia stare il barattolo della nutella.
Carletto non dare i calci al gatto.
Carletto attento dove metti i piedi Carletto Noo……..
La favola insegna che è meglio uno viva lungamente contentandosi di poco piuttosto di vivere in magnificenza per qualche tempo ed essere poco dopo soggetto a un cambiamento di fortuna e alla morte stessa.