Il portone semichiuso all'interno della palazzina di caccia di Stupinigi, a Torino, mi ha ispirato questo breve racconto
Egli sbirciava sempre da dietro il massiccio portone di legno. Sbirciava nel giardino del palazzo gli altri bambini che giocavano gioiosi. Non gli era concesso di mostrarsi, nemmeno di rivolgersi a loro, per via del suo aspetto. Era nato con una deformazione, e il re lo aveva bandito dalla corte. Un figlio deforme non si confaceva alla stirpe reale, era una vergogna di sangue blu da tenere nascosta. Fu solo l’amore della madre, la regina, che gli permise di vivere almeno a palazzo, insieme ai suoi fratelli e sorelle.
Così egli si accontentava di guardarli ridere facendo ben attenzione a non farsi scorgere. Pena l’allontamento immediato dalla famiglia.
Quando un bel giorno di una calda estate, i bambini decisero di fare un bagno nel laghetto della tenuta. La bimba più piccola d’improvviso sfuggì al controllo della governante lanciandosi con impeto nell’acqua, emulando i fratelli più grandi. La situazione si presentò subito tragica. Le acque del lago erano troppo alte e limacciose per dei bambini così piccoli e la ragazza alla quale erano affidati troppo inesperta per tentare un estremo salvataggio.
Quando con un improvviso tuffo quell’essere strano si buttò senza esitare, contravvenendo agli ordini del re. Nuotò fino alla piccola che agitava le manine sopra alla bionda e ricciuta testa e la trascinò in salvo sulla sponda del lago. Senza nemmeno una parola si ritrasse nell’erba alta lasciando tutti tra lo stupore e lo spavento.
Ciò che fu raccontato e che si racconta ancora oggi è che una strana creatura, forse mandata da Dio, sbucò dai cespugli per salvare la principessa….e forse….non solo lei